alla libreria Pangea
Roberta Portelli presenta
"Se guardo il mondo da un oblò"
partecipa il fotografo Paolo Mazzo
“Guardare il mondo da un oblò” è un modo di vivere che Laura, giovane fotografa milanese, conosce bene e che si è costruita intorno, nel tentativo di tutelare sé stessa e la propria libertà. Stare alla finestra, osservare persone e situazioni senza entrarvi in contatto la fa sentire sicura e protetta, non obbligata a relazionarsi con persone che non le piacciono, fiduciosa nella possibilità di essere lei a regolare i modi e i tempi in cui gli altri la avvicinano. Durante i mesi di un inverno rigido e difficile per la mancanza di lavoro, Laura si rende conto che non può trattare sempre se stessa come se fosse la sua macchina fotografica, il cui diaframma si apre e si chiude a suo comando: alcuni incontri e situazioni la faranno riflettere sui limiti del modo con cui conduce la propria esistenza, e le mostreranno che si può vivere in un modo diverso, che forse si può vivere liberi senza essere prigionieri del proprio bisogno di libertà.
Roberta Portelli (1968), psicologa e psicoterapeuta, è nata e cresciuta a Gorizia e durante gli anni universitari è vissuta a Padova. Dopo la laurea si è trasferita nella provincia di Brescia dove attualmente vive e lavora. Appassionata di lettura e di scrittura, esperta in Biblioterapia e in Medicina Narrativa, utilizza gli strumenti narrativi in percorsi di consulenza e di terapia. Se guardo il mondo da un oblò nasce dal desiderio di misurarsi con la scrittura di un romanzo.
Paolo Mazzo, fotografo professionista dal 1993 produce fotografie pubblicitarie, editoriali e di architettura. Autore di progetti fotografici a sfondo sociale o urbano, ha prodotto lavori sulla rigenerazione culturale di una dimenticata città mineraria (Arsia, Croatia); sul popolo profugo Sahrawi in Algeria, oltre all'analisi urbanistica della città in cui ha vissuto per molti anni (in F. Oliva, L'urbanistica di Milano, Hoepli editore, Milano 2002); fino al progetto Company Town, di recente esposto a Londra, dove analizza lo sviluppo e la genesi di città cresciute attorno a importanti insediamenti produttivi (p.e. Zlin in Repubblica Ceca, Batovany in Slovaccchia o Nowa Huta in Polonia). Ha vinto il premio “Marco Bastianelli- Opera Prima“ nel 2010 con il lavoro “Radici di ferro”, un progetto sul primo insediamento delle acciaierie Falck a Dongo (Como). Ha all'attivo numerose pubblicazioni e partecipazioni a mostre personali e collettive.