alla libreria Pangea
Marco Berti presenta
"Il vento non può essere catturato dagli uomini"
edizioni Priuli & Verlucca
Alessandro Filippini, noto giornalista de ‘La Gazzetta dello Sport’, ha scritto: «È più importante la vetta o il viaggio per raggiungerla? Il libro di Marco Berti non dà la risposta: è esso stesso la risposta.»
Quando si prende in mano il libro di un alpinista si pensa alla montagna, alle alte cime che toccano quote dove l’aria è rarefatta, al racconto di imprese fatte anche di sofferenza: temi che “Il vento non può essere catturato dagli uomini” si limita a sfiorare. I capitoli di questo libro ruotano sì attorno alla montagna, grande passione dell’autore, però il fulcro non sono le scalate bensì il viaggio, il vagare, spinto da un’immensa voglia di scoprire e di conoscere. Da una curiosità che sembra quella dei bambini che devono andare, vedere, toccare, sentire, assaggiare tutto ciò che li circonda. Una curiosità che a Marco Berti è rimasta: quasi un destino per chi è nato tra i canali di Venezia. Dove, bambino, amava ascoltare le storie degli anziani. Qui ne propone alcune, aggiungendo i suoi, di racconti. E la propria storia, che dalla laguna si allarga all’attrazione per le montagne all’orizzonte, le Dolomiti, e prosegue nel mito di un antico concittadino, Marco Polo, che andò in Oriente per poi tornare e raccontare.
Una storia che parte dalla laguna di Venezia, passa dalle Dolomiti e giunge in Himalaya. La storia di un viaggiatore-alpinista, del suo andare, poi ritornare e raccontare. È anche una commovente “storia sherpa”, perché Berti che si nutre di curiosità è riuscito a entrare in punta di piedi in quella cultura, in quel modo di vivere al punto da esservi accolto., ma il racconto spazia tra Medio Oriente, Oceano Indiano e Stati Uniti d'America, tra fatti dimenticati o noti a pochi, memorie famigliari, esperienze alpinistiche, personaggi conosciuti e sconosciuti. Per mostrarci il luogo cui apparteniamo o aiutarci a cercarlo dentro di noi. Prefazione di Fausto De Stefani.