alla libreria Pangea
Livio Ferrari presenta
"Basta dolore e odio: No Prison"
Beppe Mosconi ne parla con l'autore
copertina
Questo volume argomenta, a più voci, un secco no al carcere, quella
gabbia per esseri umani istituzionalizzata in risposta a reali o supposte
violazioni del contratto sociale. Il dire no al sistema carcerario deve essere
compreso nel senso che la prigione non è ciò che si crede sia, infatti non è
parte della soluzione al problema del crimine ma è parte del crimine stesso.
La Canadian Society of Friends (Società Canadese degli Amici), più
spesso nota come i Quaccheri, è giunta a queste conclusioni già nel 1981
quando è stata votata una mozione per l’abolizione della prigione che
conteneva, tra le altre intuizioni degne di nota, anche questa: “Il sistema
carcerario è sia una causa che un risultato della violenza e della ingiustizia
sociale. La storia conferma che la maggioranza dei carcerati sono stati
emarginati ed oppressi. È sempre più chiaro che l’imprigionamento di esseri
umani, così come la loro schiavizzazione è intrinsecamente immorale
e distruttiva sia per chi imprigiona che per gli imprigionati“.
Non ci sono alternative morali all’abolizione del carcere perché la crudeltà
della condanna al carcere è un fatto innegabile. Un altro fatto innegabile
è che non si può trovare la verità sulla prigione nelle relazioni
governative e nelle promesse elettorali. La verità sulle prigioni sta nella
conoscenza della carcerazione vissuta in tutto il mondo, dall’esperienza
della stragrande maggioranza dei più di dieci milioni di carcerati del pianeta,
costretti in spazi angusti, con gabinetti sporchi e pasti scadenti, in
condizioni che alimentano la cattiveria, le malattie e la paura costante. Di
fronte a questa situazione di esperienze di vita vissuta il no verso questo
luogo di vendetta e odio è totale, tutto il resto sono solo pubbliche relazioni
per un business a danno dei poveri, propaganda, negazione, ingenuità
o soltanto finzione.
Nel volume, oltre al manifesto “No Prison” scritto da Livio Ferrari e
Massimo Pavarini, si trovano una serie di capitoli scritti da: Stefano
Anastasia, Deborah H. Drake, Johannes Feest, Livio Ferrari, Ricardo
Genelhu, Hedda Giertsen, Thomas Mathiesen, Giuseppe Mosconi,
Massimo Pavarini, Gwenola Ricordeau, Vincenzo Ruggiero,
Simone Santorso, Sebastian Scheerer, David Scott.
LIVIO FERRARI di Rovigo, giornalista, scrittore e cantautore,
esperto di politiche penitenziarie, fondatore e direttore dal 1988
dell’Associazione di volontariato “Centro Francescano di Ascolto”
di Rovigo, presidente del Coordinamento Enti e Associazioni
di Volontariato Penitenziario-SEAC dal 1994 al 2000, fondatore
della Conferenza Nazionale Volontariato Giustizia nel
1998 e presidente della stessa dal 1998 al 2005, consulente
del Ministro della Solidarietà Sociale per le politiche penitenziarie
nel 2007-2008, garante delle persone private della libertà
del Comune di Rovigo dal 2008 al 2013, fondatore e direttore
responsabile della rivista dei detenuti della Casa Circondariale
di Rovigo “Prospettiva Esse” dal 1997. Autore dei volumi: In carcere,
scomodi (2007, FrancoAngeli Editore), Di giustizia e non
di vendetta (2010, Gruppo Abele Editore), No Prison (2015,
Rubbettino Editore), No Prison (2018, EG Press
– in lingua inglese)
e autore degli album musicali Orologi e Passioni (2011 e
2018, Edizioni Nota Music), ideatore e regista dello spettacolo
“Il carcere in piazza”.
MASSIMO PAVARINI, nato a Bologna il 3 marzo 1947 e deceduto
il 29 settembre 2015. È stato professore ordinario alla
Facoltà di Giurisprudenza di Bologna, dove ha insegnato Diritto
Penitenziario, Istituzioni di Diritto Penale e il sistema sanzionatorio
nei corsi di Diritto Penale. Nel 2002-2003 ha anche insegnato
Filosofi a del Diritto nella facoltà di Giurisprudenza di
Lecce e nel 2004-2005 ha ricoperto il ruolo di docente visitante
presso la Facultad de Derecho della Universidad Autonoma
Metropolitana de Mexico in Città del Messico, tenendo corsi
di Criminologia e Penologia. Ha concentrato la sua ricerca sul
drammatico tema della pena, studiato criticamente nelle sue giustifi
cazioni teoriche, nelle pratiche, nella dimensione comparata.
È stato direttore delle riviste: “Studi sulla questione criminale.
Nuova serie di ‘Dei delitti e delle pene’”, “Critica del diritto” e
“Jus 17 unibo.it”.