alla libreria Pangea
Simona Silvestri presenta
"Il Paese che non c'è. La Bosnia Erzegovina tra transizione, contraddizioni e diritti negati"
Infinito edizioni
introduce Aleksandra Ivic
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Un reportage per macrotemi (diritti negati, politica, crisi economica, cultura) sulla Bosnia Erzegovina a oltre vent'anni dagli Accordi di Dayton.
Il libro si concentra sul racconto di un Paese dalle mille contraddizioni, arricchito dalle storie e dalle testimonianze di alcuni dei protagonisti della storia bosniaca degli ultimi anni, tra cui Jovan Divjak, il generale serbo che difese la città di Sarajevo, o Kemal Kurspaic, direttore dell’Oslobodjenje, il quotidiano che continuò ad uscire ogni giorno anche durante la guerra.
Tutto il lavoro - arricchito dai contributi di Massimo Zamboni, scrittore e musicista, Azra Nuhefendic, giornalista de Il Piccolo e scrittrice, e Andrea Cortesi, direttore di Iscos Emilia-Romagna – intende essere un'indagine alla scoperta di una 'nazione non nazione', ancora sospesa tra contraddizioni, diritti negati e crisi sociale, incapace di trovare un’identità unitaria.
Al di fuori dei suoi confini, oggi si parla di Bosnia Erzegovina solo per ipotizzare strampalati scenari che la vorrebbero un paese in preda al fondamentalismo islamico, testa di ponte in Europa dei terroristi dello stato islamico: uno stereotipo, un po' come quello che descrive il Paese costantemente in preda ad odi atavici, destinati a durare per i secoli dei secoli. Lontano dagli occhi, ma non dal cuore di quell'Europa che guarda ai cugini balcanici come a un popolo bellicoso e rozzo, condannato a vivere per sempre nel caos, dato per perso.
Eppure, soprattutto in un tempo in cui i nazionalismi segnano sempre più forte la loro avanzata e la religione diventa terreno di scontro per emarginare le minoranze, la Bosnia rappresenta un punto d'osservazione privilegiato, un laboratorio dove analizzare tendenze e fenomeni politici e sociali accaduti qui prima che altrove.