sabato 16 aprile alle ore 17,30

alla libreria Pangea
Gianfranco Caselli presenta il suo libro

"Una vergogna per l'Europa - la giustizia italiana e spagnola" 

Logos edizioni Padova
Il libro sarà introdotto dal prof. Giuseppe Mosconi, docente di sociologia presso la Facoltà di Scienze Politiche dell'Università di Padova.
Interverrà anche il prof. Emilio Rigatti, noto scrittore, già corrispondente dell'UNITÀ negli anni 70/80.


Il libro, in parte autobiografico, racconta le tristi esperienze vissute anche ingiustamente in vari penitenziari italiani e spagnoli con aneddoti simpatici e divertenti, che unitamente ad una certa creatività che definirei di sopravvivenza, rappresentano la parte forse un po' romanzata di questo lavoro.
In realtà il libro si propone come analisi politica e socio-giuridica sul controllo sociale e sulle misure coercitive con una vera e propria riflessione anche autocritica, relativa a comportamenti umani e sociali dei giovani, molte volte chiamati a pagare per gli sbagli commessi, non solo con la privazione della libertà, imposta dalla legge, ma con SISTEMI COERCITIVI che nulla hanno a che vedere con la RISOCIALIZZAZIONE E RIEDUCAZIONE, sancita dall'art. 27 della COSTITUZIONE.
Dopo le lotte carcerarie degli anni 70/80 che hanno visto la popolazione detenuta di Padova come protagonista, è interessante rilevare che da un indagine conoscitiva del tutto personale, con i pochi mezzi a disposizione, si è potuto rilevare che chi è stato non solo protagonista ma semplicemente partecipe delle lotte carcerarie, grazie alla maturazione politico-sociale che le lotte avevano determinato, quale superamento della matrice psicologica del delitto comune (l'individualità), non ha commesso nuovi reati.
Oggi, purtroppo, malgrado le condizioni carcerarie siano ancora peggiori del passato (sovraffollamento, isolamento dalla famiglia e dal contesto sociale, mancanza di lavoro etc.) non assistiamo più alla presa di coscienza della popolazione detenuta, oggi più che mai eterogenea con un livello culturale ancora più basso del passato e che comunque viene assopita e addormentata da massicce dosi di psicofarmaci, distribuiti senza alcun controllo esterno dall'amministrazione penitenziaria.