alla libreria Pangea
Gianfranco Caselli presenta il suo libro
"Una vergogna per l'Europa - la giustizia italiana e spagnola"
Logos edizioni Padova
Il libro sarà introdotto dal prof. Giuseppe Mosconi, docente di
sociologia presso la Facoltà di Scienze Politiche dell'Università di Padova.
Interverrà anche il prof. Emilio Rigatti, noto scrittore, già corrispondente dell'UNITÀ negli
anni 70/80.
Il libro, in parte autobiografico, racconta le tristi esperienze vissute anche
ingiustamente in vari penitenziari italiani e spagnoli con aneddoti simpatici e
divertenti, che unitamente ad una certa creatività che definirei di
sopravvivenza, rappresentano la parte forse un po' romanzata di questo
lavoro.
In realtà il libro si propone come analisi politica e socio-giuridica sul controllo
sociale e sulle misure coercitive con una vera e propria riflessione anche
autocritica, relativa a comportamenti umani e sociali dei giovani, molte volte
chiamati a pagare per gli sbagli commessi, non solo con la privazione della
libertà, imposta dalla legge, ma con SISTEMI COERCITIVI che nulla hanno
a che vedere con la RISOCIALIZZAZIONE E RIEDUCAZIONE, sancita
dall'art. 27 della COSTITUZIONE.
Dopo le lotte carcerarie degli anni 70/80 che hanno visto la popolazione
detenuta di Padova come protagonista, è interessante rilevare che da un
indagine conoscitiva del tutto personale, con i pochi mezzi a disposizione, si è
potuto rilevare che chi è stato non solo protagonista ma semplicemente
partecipe delle lotte carcerarie, grazie alla maturazione politico-sociale che le
lotte avevano determinato, quale superamento della matrice psicologica del
delitto comune (l'individualità), non ha commesso nuovi reati.
Oggi, purtroppo, malgrado le condizioni carcerarie siano ancora peggiori del
passato (sovraffollamento, isolamento dalla famiglia e dal contesto sociale,
mancanza di lavoro etc.) non assistiamo più alla presa di coscienza della
popolazione detenuta, oggi più che mai eterogenea con un livello culturale
ancora più basso del passato e che comunque viene assopita e addormentata
da massicce dosi di psicofarmaci, distribuiti senza alcun controllo esterno
dall'amministrazione penitenziaria.