giovedì 8 ottobre alle ore 18,30

alla libreria Pangea
per il pomeriggio botanico
Elena Macellari presenta il libro

"Botaniche italiane.
Scienziate naturaliste appassionate" 

Temi edizioni


Anche la botanica ha rappresentato un percorso di emancipazione femminile perché alle donne non fu concesso di far parte di accademie scientifiche, società botaniche, agronomiche e naturalistiche. Bisogna attendere il Novecento per trovare finalmente riconosciuto il diritto delle donne a dare il proprio contributo alla ricerca scientifica, botanica e orticolturale. Elena Macellari partendo dalla biografia di Emma Mameli Calvino, madre del famoso scrittore Italo, approfondita in una precedente pubblicazione, ha indagato e esplorato attraverso una rigorosa ricerca storica il lavoro, i contributi e le scoperte di studiose rimaste nascoste e sconosciute proprio per il declino o il non riconoscimento riservato nel passato al lavoro femminile anche in questi campi.

Riemergono così dal passato straordinari profili di appassionate di piante, viaggiatrici, alcune già note, altre completamente inedite fra Settecento e Novecento, con le piante da loro scoperte o a loro dedicate, con i loro scritti, con la tenacia con cui hanno perseguito i loro interessi naturalistici, opponendosi e vincendo le convenzioni della società in cui hanno vissuto.

Elena Macelari nata in Umbria vive in Veneto. Ha lavorato alla Facoltà di agraria di Perugia per dieci anni e a Milano con il consiglio Nazionale delle ricerche. Ha un dottorato in assetto del territorio agricolo e lavora nella progettazione del giardino e del paesaggio. Si dedica alla ricerca e allo studio dell’arte del giardino e alla storia della botanica. E’ membro della Società Botanica italiana.
Ha pubblicato Giardinieri ed esposizioni botaniche in Italia (1800-1915) nel 2005, Eva Mameli Calvino nel 2010 per ali&no (Perugia), nel 2012 Nabù e il giardino cosmico (Edizionicorsare, Perugia), Nello specchio di Mabel di M. Tornar, un saggio sul giardino storico anglo-fiorentino per Ed. Tracce, Pescara; nel 2013 ha curato l’introduzione a Vernon lee Antichi giardini italiani, trad. Marco Tornar, per Tabula Fati, Chieti.