venerdì 30 ottobre alle ore 19

alla libreria Pangea
per il Festival della lentezza
presentazione del libro  

"Riccardo Bee - un alpinismo titanico" 

di Marco Kulot e Angela Bertogna
Dialogheranno con gli autori
Saverio D'Eredità e Carlo Piovan
locandina


Erano le vacanze di Natale del 1973. Un giovane alpinista ed ingegnere bellunese, appena laureato, andò a trovare il suo compagno di cordata. Tra un’ombra e l’altra inventavano vie di roccia da scalare. Ad un tratto il giovane disse: “Perché non andiamo a fare la Via Italo-Polacca in invernale?”. Sembrava una battuta perché la Via Italo-Polacca era lunghissima e correva su un muraglione chiamato Burèl, cioè Abisso. Alla fine della serata l’altro, comunque, accettò. Fu così che i due, Riccardo Bee e Franco Miotto, entrarono nella storia dell’alpinismo, non solo bellunese.
Questo libro racconta la vita di quel giovane ingegnere che è poi diventato un mito per il suo alpinismo fuori dalle righe, fuori dal coro. Selvaggio ed estremo. Grandioso. In una parola sola: titanico!

Marco Kulot, nato a Trieste nel 1987, professionista iscritto al Collegio Nazionale Guide Alpine e... papà di Carlotta. Alterna la passione di scalare le montagne con la lettura e la conoscenza delle imprese dei più forti alpinisti. Nella sua biblioteca entrano quindi le vie di Riccardo e la sua figura di alpinista leggendario. Ne rimane talmente colpito che vuole scoprire qualcosa di più su quello che è stato detto e scritto su di lui. Nell’estate 2013, per entrare maggiormente in sintonia con l’alpinismo praticato dall’insigne bellunese, ripete assieme all’amico Leonardo Comelli il Pilastro Bee all’Agnèr.

Angela Bertogna, di professione travet, risiede in pianura per necessità ma coltiva il suo unico sogno: trasferirsi in montagna. Frequentatrice metodica dei sentieri alpini della sua regione, il Friuli Venezia-Giulia e di quelle limitrofe, la entusiasmano soprattutto le casere dismesse, i bivacchi, i ruderi che talvolta si riescono a intuire sotto la spessa coltre di ortiche dei siti un tempo abitati e ormai abbandonati. Non è mai stata alpinista (non ne avrebbe mai avuto il coraggio) ma chissà, forse in un’altra vita, le si presenterà l’opportunità. Ama leggere ma soprattutto raccontare cose di montagna. Qualsiasi cosa, purché abbia una dimensione che vada oltre all’orizzontale. Questo è il suo primo lavoro.