Eventi di novembre

venerdì 14 novembre alle ore 18,00
alla libreria Pangea
Tania Piazza presenta il libro

"La cura delle parole"
edizioni Si
presenta Cinzia Ceriani, giornalista ed editor

«Una personalità simile a quella di Susanna Tamaro, sia nel modo di scrivere che nel rapportarsi con le persone, semplice e alla mano.» È con queste parole che Riccardo Colao, architetto, giornalista e scrittore romano, ha descritto Tania Piazza, imprenditrice montecchiana, autrice del romanzo La cura delle parole (Edizioni Sì). «Tania - prosegue Colao - è una giovane autrice esordiente, ma scrive come se fosse una veterana, esprimendosi con una spiccata abilità linguistica.»
Appassionante, intrigante e, per certi versi, impegnativo, il romanzo narra di due anime, un uomo e una donna, destinate ad incontrarsi. Amore e fato che determinano non solo lo sviluppo della trama, ma che portano anche allo scoperto la passione sconfinata dell'autrice per la scrittura e il potere che le parole possono esercitare sulle persone, in base al modo in cui queste vengono usate.
«Il messaggio che voglio trasmettere attraverso il libro- spiega Piazza- è racchiuso nel titolo. Le parole hanno un potere, sia in negativo che in positivo, nel modo in cui vengono dette o scritte, sono il vestito che si da a qualcosa, ad un concetto, ad una storia.» Continua: «Scrivo da quando ero un'adolescente, per me è un'esigenza, un modo per stare bene, è un'attività con cui ho sviluppato un forte ed univoco rapporto. Ho terminato di scrivere il libro tre anni fa, ci ho impiegato neve mesi e, ad essere onesta, non ricordo neppure come ho iniziato a scriverlo. Le prime pagine le ho composte a mano, armata del classico duo carta e penna, poi, man mano che la storia si ampliava e cresceva, ho dovuto trasferire tutto su un computer.»
Particolarità del libro è la grande ricchezza di vocaboli. Conclude Piazza: «Riportare e descrivere fatti con parole differenti da quelle di uso quotidiano è per me qualcosa di normale e mi piacerebbe che questa attitudine potesse diventare un'abitudine anche per le nuove generazioni, perché possano imparare ad utilizzare un linguaggio ricco e diversificato per uscire dalla ripetitività e comprendere l'importanza delle parole e della nostra lingua.»

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