Eventi di febbraio

sabato 1 febbraio alle ore 17
alla libreria Pangea
Giuseppe Morandi e Francesca Grillo
inaugurano la mostra fotografica

"La strada di Montreuil "

Dal 1 febbraio a fine mese in esposizione il lavoro fotografico di Giuseppe Morandi (Lega di Cultura di Piadena - Cremona) e Francesca Grillo (Centro Robespierre di Montreuil) "La strada di Montreuil" che racconta il vasto sobborgo parigino.

"Una piccola Europa delle minoranze culturali che riflette su temi planetari - espulsione, proletarizzazione, insediamenti, mutazione degli umani e del territorio - mettendo in mostra le immagini del lavoro fotografico di Morandi e Grillo nella grande banlieu. Il vecchio neologismo 'globalizzazione' - così in voga prima della crisi e di nuovo ripreso a causale del bizzarro quotidiano saliscendi delle borse di tutto il mondo - è stato usato e viene universalmente usato per schermare un processo spietato e incessante, sotto gli occhi di tutti. È - ciò di cui parliamo -, la gigantesca universale espulsione dalle campagne di tutto il mondo, dal deserto e dalle foreste, dalla Amazzonia e dal Maghreb, dalle Filippine e dal Sichuan. Piccoli contadini, piccole comunità a proprietà comunale, pescatori, artigiani: centinaia di milioni di donne e di uomini, di anziani e di bambini, miliardi di persone, private dei mezzi di sostentamento ed espulse dalle campagne, dal vasto orizzonte della civiltà dei campi e scaraventate nella pentola del mondo. Fiumi, mari e montagne, treni merci e doppifondi di tir, approdi nelle periferie urbane, a loro volta deformate e desertificate, al lavoro nero. Tanto più clandestini, tanto meglio sfruttati. Giuseppe Morandi fotografo (da I paisàn alla mostra odierna), narratore (La proprietaria del morto) e documentarista (da Morire d'estate agli approdi televisivi) ha sempre lavorato su questo. È partito negli anni Cinquanta con una piccola macchina fotografica che gli ha messo in mano il maestro Mario Lodi, ha fotografato, narrato e filmato (con la 8mm), volti e vicende umane dentro la crisi della Valle padana: l'enorme serbatoio di cultura, lavoro, esperienza, organizzazione politica e sindacale, che la livella della espropriazione capitalista intrecciata alle crisi ha spazzato via. Lì anche - nella padania destrutturata e proletarizzata - documentando e filmando i nuovi braccianti dall'Africa e dall'Asia, i sikh delle stalle delle 'quote latte', gli ivoriani espulsi dai loro campi e qui nella Lombardia leghista chiamati ai lavori più duri, nelle fabbriche di trasformazione alimentare, nelle nuove stratificazioni dello sfruttamento. E sbandati e mendici e badanti e serve e prostitute. Mezzo secolo di fotografia a dare un volto agli effetti sugli uomini - centrifughi e centripeti - della espansione del capitale. Paolo Barbaro nella introduzione alla mostra lisboneta: «...Morandi non riprende immagini del mondo contadino e poi del mondo in cui vive, ma restituisce l'immagine a chi ne è stato espropriato: erano i Paisan, mai visti nel sistema della comunicazione se non come 'buoni selvaggi', figure nel paesaggio o icone retoriche utili alla propaganda. Sono stati i nuovi Paisan, arrivati nel suo paese dall' Africa, dall' India, e raccontati nei termini con loro concordati, fotografati solo quando c'è l' amicizia, l'accordo sul senso dell' immagine». Immagini, dunque, non memoriali, non concilianti, non edificanti. Si concentrano piuttosto su soggetti pensanti, su un proletariato consapevole, mistilingue e universale. Da qui la loro bellezza, sorridenti alludono un itinerario di riscatto. Cova negli spazi terminali della banlieu o nelle cascine abbandonate e di nuovo riabitate, un Sole dell'Avvenire che brucia e annuncia, da dentro il cerchio 'perfetto' dei processi di accumulazione. Cuoce - la büi si diceva - questo Sole riscatto, resa dei conti, chiede giustizia contro un sistema che espelle con ogni mezzo dalle terre comuni, dalle minime proprietà, dalle acque e dai fiumi, milioni di persone, li proietta nelle periferie, a loro vende a mutui esosi nuovi abitacoli, nuovi tucul, rivendendo agli espropriati ciò che in sostanza è loro, in un processo continuo di espropriazione."
Piero del Giudice

Giuseppe Morandi è stato insignito nel dicembre 2013 della medaglia d'oro della Presidenza della Repubblica assegnata dal Premio Solinas 2013 per il cinema documentario

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