Eventi di marzo
giovedì 22 alle ore 18,00
alla libreria Pangea
Luca Gibello presenta il suo libro
"Cantieri d'alta quota"
edizioni lineadaria
interviene Julian Adda, architetto
sito
Quanti sono i rifugi e bivacchi delle Alpi? Ben più di un migliaio. O probabilmente ben più del doppio. Ma in realtà, che cos'è un rifugio alpino? Se, di getto, quasi tutti diremmo che è una struttura costruita per ospitare gli alpinisti, occorre però intendersi circa l'identità di costoro e, allargando il cerchio, occorre capire che cosa ognuno di noi intenda per alpinismo.
Infatti, il termine «rifugio» è una galassia che comprende sia i cosiddetti «punti d'appoggio» a bassa quota e le strutture servite dal prospiciente e spazioso parcheggio auto, sia i manufatti incustoditi che ricevono la visita, quando va bene, d'una decina d'anime l'anno.
Di fronte a una sostanziale mancanza di pubblicazioni e ricerche sistematiche, il libro rappresenta il primo organico tentativo di restituire le vicende che hanno portato alla costruzione dei rifugi, analizzando le motivazioni della committenza, le tecniche e i materiali edilizi, le figure dei progettisti, i valori simbolici e politici, gli immaginari collettivi; il tutto inquadrato all'interno degli accadimenti storici generali e delle evoluzioni sociali.
Dal 1750 ai giorni nostri, dai prodromi dell'alpinismo ai modestissimi ripari degli eroici scalatori ottocenteschi, dal fenomeno dei rifugi-osservatorio a quello dei rifugi-albergo, dall'alpinismo e dall'escursionismo di massa fino alle opere recenti che si fanno segno forte nel territorio e rompono con l'immagine della baita. Grazie anche a un ricco apparato iconografico, vengono passati in rassegna circa 190 rifugi e 20 bivacchi in Italia, Francia, Svizzera, Germania, Austria e Slovenia.
Il libro è destinato non solo agli addetti ai lavori ma soprattutto agli appassionati della montagna, affinché cresca la consapevolezza di un patrimonio che tutti siamo chiamati a rispettare e valorizzare.
Per capire che dietro le «pietre» dei rifugi vi sono le storie delle persone che li hanno immaginati e costruiti; operando, con ogni tipo di ristrettezza di mezzi, in ambienti estremi, sempre oltre i 2000-2500 metri di quota, laddove non arrivano strade e funivie e il cantiere è agibile solo nei mesi estivi, quando il meteo lo consente.
In appendice, due approfondimenti di natura storica e progettuale: sui punti d'appoggio legati alla conquista e alle prime salite del Monte Bianco (Pietro Crivellaro); sulle tendenze e problematiche che informano la costruzione dei ricoveri nel XXI secolo (Roberto Dini).
Luca Gibello (Biella, 1970), laureato in Architettura al Politecnico di Torino nel 1996, consegue nel 2001 il dottorato di ricerca in Storia dell'architettura e dell'urbanistica.
Svolge attività di ricerca sui temi della trasformazione delle aree industriali dismesse in Italia. Presso il Politecnico ha tenuto corsi di Storia dell'architettura contemporanea e di Storia della critica e della letteratura architettonica.
Dal 2004 è caporedattore de "Il Giornale dell'Architettura", per il quale scrive regolarmente.
È autore di saggi critici e storici in libri e riviste di settore. Con Paolo Mauro Sudano ha pubblicato "Francesco Dolza. L'architetto e l'impresa" (Celid, 2002) e "Annibale Fiocchi architetto" (Aión, 2007); ha inoltre curato "Stop&Go. Il riuso delle aree industriali dismesse in Italia. Trenta casi studio" (con Andrea Bondonio, Guido Callegari e Cristina Franco; Alinea, 2005), "1970-2000. Episodi e temi di storia dell'architettura contemporanea" (con Francesca B. Filippi e Manfredo di Robilant; Celid, 2006) e "Il Cineporto della Film Commission Torino Piemonte. Un'opera di Baietto Battiato Bianco" (Celid, 2009).
È stato coordinatore scientifico-redazionale del Dizionario dell'architettura del XX secolo (Istituto dell'Enciclopedia Italiana, Roma 2003).
È appassionato di alpinismo classico ed escursionismo. Ha salito 45 degli 82 quattromila delle Alpi.